“PERCHE’ NON LO AIUTI?” – Dott. Antonio Greco
“Ho deciso di pubblicare integralmente la lettera del dott. Antonio Greco la quale è stata di recente censurata. Che si condivida o meno quanto scritto, ci tengo ad evidenziare che i valori riferiti alla libertà di stampa ed espressione riportati nell’art. 21 della nostra costituzione non possono essere in alcun modo compromessi o barattati dalla politica.
Buona lettura!”
Un vegliese, dopo l’ultimo mio intervento dal titolo “Indignarsi non basta più” del 9 giugno u.s., mi ha telefonato per dirmi: “Le cose che scrivi da molto tempo su Paladini e la sua amministrazione sono documentate e, perciò, difficilmente discutibili. Ma perché, oltre a criticarlo, non lo aiuti?” Mi portava un messaggio indiretto o era una semplice curiosità? Non l’ho capito. Ma, a scanso di equivoci, rendo pubblica la mia risposta alla domanda.
Premetto che so benissimo di non contare quasi nulla nella situazione politica vegliese, attuale e futura.
Potrei starmene tranquillamente alla finestra e “balconare”. Ma posso assicurarlo, è faticoso e frustrante scrivere, quasi sempre, che il “piccolo re” attuale è nudo.
Ho risposto alla domanda “perché non lo aiuti?”, con due argomenti.
Occorre superare l’idea che un paese si identifichi con l’ente locale e con il suo rappresentante principale. Mi interessa molto il paese, meno il sindaco pro-tempore, comunque si chiami. La mia attenzione è a Veglie, il mio paese natale, a cui sono legato da parentela e amicizie. Al presente e, soprattutto, al futuro della sua identità sociale, della sua cultura, della sua economia e dei suoi beni comuni (agricoltura, ambiente, aria, acque, verde, la sua storia, ecc.) cerco di dedicare un po’ del mio tempo e della mia riflessione scritta. È passato, per la mia età, il tempo dell’azione e dell’impegno diretto.
Ma c’è un’ulteriore motivazione: “Il sistema Paladini” è lontano dalla mia idea di gestione di un ente locale, anche per la mia passata esperienza diretta.
Lo chiamo “sistema Paladini” perché ha due componenti: il suo modo di intendere il ruolo di sindaco e alcuni pilastri su cui poggia il suo piccolo potere da anni. Per un momento non analizziamo l’attività amministrativa concreta, i suoi limiti, le omissioni, i ritardi, il distacco dai problemi concreti della gente e qualche iniziativa riuscita.
Il ruolo: è difficile vivere un ruolo di sindaco, così impegnativo, come dopolavoro e non a tempo pieno.
Nella passata amministrazione Paladini è stato sfiduciato dai suoi stessi compagni di cordata anche per la scelta del tempo parziale. E la critica non riguarda i riflessi di questa scelta sulla professione di medico che qui non interessano. Sono i riflessi sulla vita amministrativa, oggettivamente inevitabili e visibili, quelli che preoccupano.
Sono i vuoti di presenza che possono essere coperti da uno o più sindaci-ombra, sia interni
che esterni alla pubblica amministrazione.
Sui pilastri del “sistema Paladini” premetto un discorso generale sul consenso elettorale e sul
clientelismo, che non vale solo per Veglie. La clientela è in realtà una falsa generosità in qualsiasi cultura politica (cattolica, di sinistra, di destra …).
Se i codici penali e la magistratura la qualificano talvolta come voto di scambio, in politica la si può definire “ioaltruismo”: fare qualcosa per gli altri in cambio di qualcos’altro, cioè il consenso elettorale. La clientela è, dunque, una generosità interessata, mentre quella vera è totalmente disinteressata e si basa sul dare agli altri qualcosa di tuo, sia esso tempo, soldi, assistenza, senza attesa di vantaggi per sé. La clientela è, quindi, il massimo equivoco dell’altruismo, anche perché, in genere, dà agli altri cose che non appartengono a chi le dona (perché sono già diritti del destinatario oppure perché sono espressione di doveri della funzione pubblica di chi “elargisce”, ecc.). In politica è ancora più grave perché seleziona i peggiori e toglie possibilità di competizione a coloro che non la praticano.
Anticamera e socio del clientelismo è “il familismo locale”, cioè una vita amministrativa “tutta in famiglia”, magari con “una spartizione a turno” nell’esercizio del potere locale. Ad oggi, Paladini è in consiglio comunale da 22 anni e da 7 anni è sindaco. Quali qualità possiede Paladini per essere un amministratore così longevo? La gente lo ha votato, si risponde. Ma il consenso elettorale non annulla la possibilità di porre domande sugli uomini di potere. Ne pongo alcune.
1) Paladini è stato riconfermato sindaco perché ha ottenuto 2.432/12.215 elettori, pari al 28,71% dei votanti. È sempre difficile determinare le cause esatte di un risultato elettorale. Ma chi sono stati
coloro che lo hanno votato nel 2020?Secondo alcuni vegliesi la qualità di Paladini è quella di essere un medico-sindaco (ha continuato la sua attività ospedaliera anche durante il mandato), votato perché i cittadini cercano un riferimento per le esigenze sanitarie a domicilio o in ospedale nell’inferno della sanità pubblica. Questa motivazione può spiegare la vittoria elettorale ma non spiega il suo tranquillo navigare negli ultimi due anni di fallimento amministrativo, così percepito anche da suoi iniziali sostenitori. E dopo il disastro della passata amministrazione. Ritengo che la navicella di Paladini veleggi perché è guidata da una squadra di “uomini di sua fiducia” per i quali, anche se a turno, amministrare è vita da “tutto in famiglia”. Si tratta, come ho scritto in altra circostanza, di “familismo di squadra”.
2) C’è un’altra componente di questo “sistema”. Paladini, in questo mandato, ha avuto due circostanze favorevoli: la frantumazione della partecipazione alle amministrative 2020 (cinque liste) e un sistema elettorale maggioritario non conforme alle esigenze politiche di un paese di quasi 15mila abitanti, con la conseguente opposizione consiliare rivelatasi, dopo quasi due anni, cinque rivoli inconsistenti; e la pandemia. Sì, la pandemia. Paladini invoca questo tragico evento come scusante quando deve rispondere a chi gli rimprovera ritardi amministrativi (“Il discorso che Lei fa su alcune situazioni per cui non ci siamo messi nelle condizioni di poter dare a questo paese un Consiglio dei Ragazzi, eccetera, ma Lei non rammenta che cosa abbiamo vissuto in questi anni? (cfr. Verbale di Seduta Consiliare del 6 Giugno 2022, Punto n. 2 all’O.d.G.)”. Nello stesso consiglio, però, è capace di contraddirsi: se non ha potuto realizzare alcune parti del suo programma amministrativo la colpa è del covid, se poi ottiene per Veglie la “Casa della Comunità” dimentica che i soldi del PNRR sono dovuti alla pandemia. Quale altra amministrazione ha avuto tante enormi possibilità finanziarie, purtroppo molte lasciate cadere nel vuoto?
3) In questo secondo mandato Paladini pratica in modo intensivo una “politica omeopatica” con coloro che, prima di essere sindaco, combatteva come il male politico da cui fuggire. Paladini per anni ha sostenuto, dal versante della destra, di voler contrastare coloro che, secondo lui, erano i padrini e i notabili di una certa politica, regionale e provinciale. Ora sembra alleato con essi. Li insegue, li elogia e si vanta di cercarli. Bastano come esempio alcune sue affermazioni nel Consiglio Comunale del 6 giugno u.s. Si sta discutendo una interrogazione della minoranza sulla destinazione dell’Edificio comunale di Parco delle Rimembranze. Il sindaco afferma: “È successo che ho avuto un colloquio direttamente con il Presidente Michele Emiliano, con il Dott. Michele Emiliano e l’Assessore Delli Noci per capire cosa c’era da fare con il PNRR, se potevamo ripescare nuovamente quella vecchia proposta, parlando poi con il Direttore Generale Rollo, con il Direttore Carlà (…) Poi vi darò altre notizie per un futuro prossimo di qualcos’altro anche di grandioso” (C.C. Del. N. 19 del 6/06/2022). Paladini accenna alla disponibilità dell’immobile ex sede del Comune Parco delle Rimembranza, già espressa nel 2010, in altre circostanze e condizioni amministrative, da destinare a “Casa della Comunità”.
Il documento programmatico approvato in Giunta Regionale più di un mese fa, con l’impegno di spesa per la Missione 6 del PNRR ‘Salute’, destina alla Asl di Lecce circa 49 milioni di euro per 24 Case di Comunità1, 6 Ospedali di Comunità, 7 Centrali Operative Territoriali. Se e quando sarà realizzata (i tempi previsti dal PNRR: entro il 31 dicembre 2026) sarà un’ottima struttura di medicina territoriale per Veglie e dintorni. E sarà una medaglia da appuntare sulla giacca della Unione Europea, del Governo, della Giunta Regionale e della Asl. È ridicolo che l’attuale amministrazione faccia la mosca cocchiera, dopo che politicamente ha sempre attaccato il centro sinistra e alcuni suoi rappresentanti. E non si venga a dire che il suo rapporto con essi è solo istituzionale. Vedremo con chi si schiererà alle prossime elezioni politiche della primavera 2023.
Ecco perché non sono nelle condizioni di aiutarlo. Gli aiuti esterni che contano per Paladini sono quelli che gli possono portare il salvagente dei finanziamenti pubblici per il paese, quelli che sono tolleranti su tozzi di verità e comportamenti discutibili che emergono dalle nebbie del palazzo. Non è questo il mio mestiere.
Concludo.
Andrea Furegato. Chi è costui? È il nuovo sindaco di Lodi, 44 mila abitanti. Ha solo 25 anni.
Non conosco Andrea Furegato. Non conosco le sue competenze e il grado di onestà. So che ha vinto al primo turno superando ampiamente la sindaca leghista uscente, lo scorso 12 giugno, dopo cinque anni di opposizione consiliare. Ho ascoltato e letto qualche sua intervista, breve e secca, e mi ha impressionato positivamente: senza spocchia, non vuole rottamare nessuno, consapevole di un ruolo non facile, per nulla esaltato dalla nuova carica. Essere sindaco a 25 è una eccezione.
Ma non è l’età che mi preme mettere in risalto: perché non basta avere 25 anni, bisogna averli con cuore e intelligenza. Mi preme sottolineare, invece, che si può essere sindaco senza clientela e senza “ioaltruismo”. A 25 anni Andrea che “favori” avrà potuto fare? È stato candidato per le sue capacità e il suo impegno concreto, anche se ancora giovane, verso i più poveri e gli emarginati ed è stato votato da migliaia di cittadini per “opinione” e non per “clientela”. A Lodi è successo.
Perché non può succedere a Veglie? È solo un mezzo sogno. Non intravedo figure alla Furegato all’orizzonte. Ma non c’è migliore impegno politico per il nostro paese di chi prepara il terreno per una nuova generazione politica, che abbia idee, competenze e l’umiltà di coinvolgere i cittadini. “Generazione nuova” che metta ad un angolo quei ciarlatani che dinnanzi ai tanti problemi di un paese tramortito da crisi economica, pandemia, crisi energetica, da crisi sociale ha pronto lo slogan ingannevole: “adesso ci penso io”.
1 Le Case di Comunità sorgeranno a Otranto, Castrignano del Capo, Ugento, Vernole, Taurisano, Surbo, Sannicola, Zollino, Galatone, Lecce, Taviano, Copertino, Porto Cesareo, Monteroni di Lecce, Nociglia, Aradeo, Melendugno, Matino, Veglie, Squinzano, Racale, Cavallino, Presicce -Acquarica e Santa Cesarea Terme. Le Case di Comunità sono strutture polivalenti che garantiscono sia attività di cura che di prevenzione, grazie alla presenza di medici di base, specialisti, e infermieri di comunità: ne sono previste 121 in tutta la puglia, anche qui con il rapporto di una ogni 50.000 abitanti.
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